A TIRRENO C.T. I MIGLIORI PASTICCERI D’ITALIA

Vengono da Cassano Murge (Ba) e da Cerignola (Fg) i pasticceri più bravi d’Italia: lo ha stabilito la giuria del 1° Campionato Italiano di Cake Design, organizzato da FIP, Federazione Italiana Pasticceria Cioccolateria Gelateria, che si è concluso ieri alla fiera Tirreno CT (in corso fino al 27 prossimo presso la Fiera di Carrara). Il primo posto è stato appannaggio di Serena Sardone, da Cassano Murge (Ba); piazza d’onore per Salvatore Perrucci, da Cerignola (Fg); terzo posto infine alla altrettanto brava Sara Sardone, sorella della vincitrice. Un podio tutto pugliese, che nulla toglie però alle altre regioni del nostro Paese: la pasticceria Italiana è leader a livello mondiale come tradizione, innovazione e qualità: lo prova il fatto che i nostri Pasticceri, quando non risultano vincitori, si collocano comunque ai primi posti nei concorsi internazionali. La vincitrice del Campionato, Serena Sardone, ha acquisito il diritto di partecipare alle finali dei campionati Mondiali di Cake Design. Non solo buono, quindi, ma anche bello: questa la nuova frontiera della pasticceria, dove il prodotto finale deve soddisfare anche gli occhi, oltre che ovviamente il palato.
I numeri del settore. Il comparto della pasticceria in Italia sta vivendo un momento di crescita, in netta controtendenza con molti altri settori della produzione cha ancora sono in sofferenza E anche dall’estero è in aumento la richiesta di pasticceria artigianale italiana. Secondo studi condotti dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi, sono complessivamente 33.000 le aziende del settore, divise tra circa 13.000 gelaterie e pasticcerie, 18.000 bar pasticceria e 2.000 relative ad altre attività artigianali e commerciali. Numeri importanti in assoluto e ancora più interessanti se si considera che tra gli addetti è cospicua la presenza femminile ed è in atto un costante apporto di giovani leve. In parallelo, cresce soprattutto la richiesta di personale qualificato, e qui si evidenzia purtroppo la carenza formativa, come accade in altri settori: nel 2013, a fronte dell’offerta di lavoro complessiva, ben 600 posti sono rimasti vacanti, il 13% delle assunzioni programmate dalle aziende.